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“Rimettere i borghi storici delle Marche al centro dell’attrazione turistica della regione rilanciando la tradizione culturale, enogastronomica e di accoglienza del territorio regionale”. Un progetto ambizioso, voluto dal presidente della Regione Francesco Acquaroli, che grazie alle risorse messe in campo, 24 milioni di euro del bando ‘Borgo accogliente’, su un totale di 60,2 milioni complessivi “possono trasformare in opportunità le potenzialità del territorio”.
    “Il fattore borgo – ha spiegato Acquaroli nel corso della presentazione dei bandi in una affollata assemblea di amministratori locali oggi a Senigallia – è fattore di identità e di autenticità territoriale. Le risorse messe in campo sono un volano di sviluppo che consente di far emergere un patrimonio, oggi dormiente, di riprogettarlo e renderlo vivo e appetibile per un turismo nazionale e internazionale”. Il presidente lo ha spiegato ai numerosi sindaci presenti a Senigallia pronti ad approfittare dell’opportunità di “risanare i propri piccoli comuni” e metterli sul mercato turistico.
    Condizione essenziale per “trasformare il grande patrimonio oggi abbandonato in luoghi accoglienti e attrattivi, dotati di strutture ricettive e offerte culturali ed enograstronomiche – ha sottolieato il Presidente – è fare rete, lavorare in sinergia e non in competizione, realizzando un vero e proprio circuito dei borghi”. Non a caso il bando per i piccoli Borghi storici prevede che i comuni si mettano insieme, non più di tre per provincia, consentendo così la rinascita di ben 50 borghi in totale, facendoli tornare a quell’identità originale che rende le Marche un brand molto particolare.
    Invertire così “la tendenza che ha portato all’abbandono e all’impoverimento di luoghi storici e unici per il patrimonio che possiedono, e offrire ai turisti, ma anche alla popolazione che li abita, opportunità di accoglienza, di sviluppo economico e occupazionale”, è l’obiettivo della Regione, consapevole che le Marche “non hanno nulla da invidiare alla Toscana e alla vicina Umbria”.
    I finanziamenti garantiti con i bandi “aprono un canale – ha detto Acquaroli – che può cambiare il destino dei territori. Ci vuole però la collaborazione e la progettualità dei comuni e dei privati che insieme costruiscono il cambiamento. Non sono bandi spot – ha tenuto a chiarire – ma rappresentano l’inizio di un percorso inserito in una strategia più complessiva che sarà sostenuta da altri finanziamenti in futuro”. Perchè “il cambiamento non si fa in un giorno, non si fa da soli e, soprattutto, il turismo non si rilancia se non ci sono strutture ricettive adeguate e offerta culturale interessante”.

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

 

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