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Una regione sempre più rispettosa dell’ambiente. Nelle Marche è stato realizzato il distretto biologico più grande d’Europa e adesso si punta decisamente sull’idrogeno, per produrre energia pulita a tutto vantaggio dei settori economici, compreso, ovviamente, quello primario. All’assessore regionale all’agricoltura, Andrea Maria Antonini, abbiamo chiesto di illustrare il progetto delle cosiddetta Hydrogen Valleys. “Alla Regione Marche, da gennaio del 2023, è stata attribuita l’attuazione della misura del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) volta a sostenere, sperimentalmente, nelle aree industriali dismesse la produzione di idrogeno verde, e quindi impianti di idrogeno alimentati da energia elettrica da fonte rinnovabile, prodotta con impianti Fer che comportino una produzione di Co2 eq (anidride carbonica equivalente) – spiega l’assessore Antonini –. Gli impianti Fer devono essere ubicati nello stesso complesso industriale oppure in aree limitrofe. La Regione Marche concorre, quindi, al perseguimento del target del Pnrr, che è quello di dotare l’Italia entro il 30 giugno del 2026 di almeno dieci progetti di produzione di idrogeno della capacità media da uno a cinque megawatt, nel contesto della più ampia strategia europea dell’idrogeno, per una Europa climaticamente neutra, entro il 2050”. Come si svilupperà il progetto della Hydrogen Valley?

“La strategia europea dell’idrogeno prevede tre fasi: entro il 2024 è necessario raggiungere l’obiettivo Ue dei 6 gigawatt di capacità di elettrolizzatori e un milione di tonnellate di idrogeno verde; entro il 2030 raggiungere poi l’obiettivo Ue dei 40 gigawatt di capacità di elettrolizzatori e di 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde. Infine, entro il 2050, un quarto dell’elettricità rinnovabile dell’Unione europea dovrà essere destinata alla produzione di idrogeno”. Quali risorse metterete in campo come Regione Marche?

“Grazie alle risorse integrative stanziate dagli ultimi decreti del Mase (ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) e del Mef (ministero dell’economia e delle finanze), che si aggiungono ai 13,5 milioni di euro già concessi a seguito dell’emanazione del bando di marzo 2023, la Regione Marche avrà a disposizione 36,2 milioni di euro, che consentiranno di realizzare tre siti di produzioni di idrogeno in tre aree industriali dismesse, distribuite in modo abbastanza equilibrato nelle tre aree geografiche: l’Hydrogen Valley Marche Nord nell’area industriale nel Comune di Fano, zona torno; Hydrogen Valley Marche Centro nell’area industriale del Comune di Falconara Marittima, ex Montedison, e l’Hydrogen Valley Marche Sud con un’area industriale nel Comune di Offida, nella zona ex Cpm. I siti e i progetti, individuati grazie all’emanazione del bando regionale di finanziamento specifico nella primavera del 2023, sono di elevata qualità. Lo dimostra il fatto che nella graduatoria nazionale approvata con il decreto del Mase si collocano nelle prime posizioni, e questo ci fa onore, in quanto dimostra l’elevata capacità di progettazione delle nostre imprese. Una progettazione che segue anche i criteri dell’efficienza, specie se si tiene conto che tra gli indicatori considerati nella valutazione degli stessi, anche a livello nazionale, vi è il rapporto tra produzione di idrogeno e il costo dell’investimento”. Quali sono i risultati che vi aspettate?

“I risultati attesi sono di 464 tonnellate all’anno di idrogeno prodotte nella regione Marche; 1.766 tonnellate la quantità di idrogeno stimata da destinare agli utenti finali per i prossimi cinque anni, e 38,2 milioni di euro di investimento totale generato da parte delle imprese finanziate nell’ambito dei progetti della Hydrogen Valley. Il valore aggiunto di questi investimenti si concretizza non soltanto nel contributo che gli stessi sapranno dare alla decarbonizzazione dell’economia, avviando quel processo di graduale riconversione del settore industriale e del trasporto dall’uso della fonte fossile alla rinnovabile, ma anche nella possibilità di riqualificare aree del territorio da lungo tempo degradate, abbandonate e inquinate, e di promuovere l’innovazione tecnologica, favorendo lo sviluppo di una filiera locale per l’idrogeno. I risultati dovranno essere raggiunti entro il 30 giugno del 2026. Si tratta di una sfida non semplice, che necessità di un grande sostegno e di capacità da parte di tutti gli attori coinvolti, Stato, Regione, enti locali e imprese. Mi preme anche ringraziare il direttore del Mase, per il grande lavoro di coordinamento svolto poi tra tutte le Regioni Italiane”.

 

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