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ROMA – Sicuramente Leonardo Spinazzola vivrà questa giornata con un po’ di tristessa e un pizzico di amaro in bocca. Perché è vero che il terzino sta trattando con il Napoli, ma è anche vero che cinque stagioni alla Roma non si dimenticano così facilmente. Anche perché per la prima volta nella sua carriera Leo era riuscito a mettere le radici in un posto senza dover disfare e poi rifare le valigie dopo una o due stagioni. Ma la Roma ha deciso di non rinnovargli il contratto che scadrà ufficialmente oggi, così come quello di Rui Patricio, un altro che saluterà i giallorossi. Questo è quindi l’ultimo giorno da romanista per Spinazzola. La notizia ha lasciato un po’ di amaro in bocca al trentunenne ex Juventus, soprattutto perché ormai Roma significa casa. Per lui e per la sua famiglia. E perché Trigoria è una seconda casa, e lasciare i suoi amici Pellegrini, Mancini e Cristante non sarà affatto facile. Nonostante qualcuno all’interno della rosa abbia provato a convincere la dirigenza a rinnovare il contratto del terzino, Ghisolfi e Souloukou, sotto anche l’imput delle strategie dettate da Friedkin, hanno confermato la decisione: Spinazzola, over trenta e con una certa propensione agli infortuni, non può essere un asset per il club, né un giocatore indispensabile per la squadra che sta cercando di ringiovanirsi e abbassare anche i costi. Spinazzola saluta quindi dopo 151 partite, 7 gol e 21 assist in cinque lunghe e intense stagioni. Tra alti e bassi, tra gioie e dolori. La vittoria della Conference League arrivata dopo il lungo infortunio al tendine d’Achille che lo ha tenuto fermo quasi un anno è probabilmente il miglior ricordo della sua avventura in giallorosso.