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Il lotto 390 in asta venerdì alle 10.30 sul sito di Finarte è ancora online. Ma è probabile che la rarissima prima edizione della Scienza Nuova di Giambattista Vico con correzioni autografe sarà esclusa dalla vendita dalla casa d’aste romana. Il ministero della Cultura, infatti, ha deciso di avviare in queste ore il procedimento dichiarativo di interesse culturale, una procedura con cui si procederà a esercitare un diritto di prelazione sull’acquisto del volume del 1725. La stima effettuata dalla casa d’asta è di 90mila euro, un valore apparentemente molto elevato, poiché libri di questa tipologia sono venduti per alcune migliaia di euro, come si evince anche spulciando gli archivi di Finarte. Tuttavia siamo di fronte a un volume di grandissimo pregio, e tale stima si giustifica per le annotazioni che la casa d’aste riconduce a Vico. Per ora non c’è nessuna perizia firmata che ne avvalori l’autenticità, sebbene la direttrice Manuela Sanna dell’Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico del Cnr che ha avuto modo di vederne delle stampe da foto ad alta definizione non ha alcun dubbio a riguardo. Ma un documento che attesti che le postille siano scritte dalla mano di Vico ancora non c’è. Il ministero, quindi, chiederà in questa prima fase di escludere il volume dal lotto all’asta prevista per venerdì per poter avviare le trattative del caso. E una volta accertata che si tratta della prima edizione della Scienza Nuova postillata dal filosofo napoletano, l’acquisterà per poi riportarla a Napoli a fruizione di studiosi vichiani. 

La scoperta 

Fabio Bertolo, responsabile delle aste per Finarte ed esperto di libri antichi e manoscritti, durante una supervisione di numerosi oggetti di un privato da mettere all’asta ha scovato il prezioso tomo. Per capirne l’autenticità, lo ha mostrato alla direttrice Sanna e successivamente allo studioso Enrico Niuzzo, sbalorditi dell’eccezionale scoperta. Stampato a Napoli nel 1725 da Felice Mosca, l’esemplare della Scienza Nuova reca le correzioni autografe di Giambattista Vico in almeno una decina di pagine. Altre pagine recano integrazioni e revisioni di testo, probabilmente attribuibili a lettori vicini a Vico, essendo risaputo l’invio che il filosofo napoletano farà di diversi esemplari della prima edizione ad amici. Misura 161 x 95 millimetri ed è provvisto di un fregio calcografico al frontespizio, e si tratta di un esemplare in barbe, ossia il libro non ha subito alcuna operazione di taglio dei margini, elemento che fa acquistare valore al tomo. È praticamente intonso, secondo la perizia della casa d’aste e mostra le consuete bruniture della carta, legatura coeva in pieno vitello biondo con impressioni a secco ai piatti, cornice dorata a unico filetto, al dorso ha cinque nervi a separare sei comparti con decorazioni in oro, titolo su tassello in pelle nera, e mancanze solo alla cuffia superiore e difetti a quella inferiore e alle cerniere. 

La storia 

La storia dell’edizione del 1725 è nota ai cultori del filosofo, che avrebbe voluto fosse molto più corposa, ma il mancato finanziamento del principe Corsini lo indusse a stampare una versione diversa e ridotta rispetto al manoscritto originario, grazie alla vendita dell’unico gioiello di famiglia: un anello. Tirata in 1.000 copie, la Scienza Nuova fu elaborata in un mese circa, e rappresenta «una scrittura di grande linearità e precipua bellezza sulla quale il consueto bisogno di Vico di ritornare sulle sue opere per ripensarle e perfezionarle non ebbe modo, se non estremamente contenuto, di esercitarsi nei tempi esigui della sua lavorazione per la pubblicazione e della sua stessa prima circolazione» come ha scritto lo studioso Enrico Niuzzo nel saggio che accompagna il volume «Giambattista Vico, La Scienza Nuova 1725» pubblicata da Edizioni di Storia e Letteratura nel 2023. 

Il ministero 

D’intesa con il proprietario privato, la preziosa copia del libro è offerta da Finarte con «stima a richiesta», cioè la base di partenza verrà determinata solo dopo aver raccolto le prime offerte dei concorrenti al bando. Tuttavia venerdì non dovrebbe esserci nessuna «stima a richiesta» e la prima edizione della Scienza Nuova di Giambattista Vico ritirato dall’asta e messo a disposizione per un diritto di prelazione da parte del ministero della Cultura che, dopo essersi accertato dell’autenticità del volume, provvederà all’acquisto per poi riportarlo a Napoli, che proprio a partire dalle opere di Vico e dalla biblioteca dei Girolamini, custodisce un patrimonio di libri antichi da rappresentare un unicum nel mondo. Ministero che si è mosso immediatamente, consapevole tanto dell’importanza dell’opera vichiana in sé così del valore economico. «Lo Stato ha diverse possibilità di intervento, in questi casi» ha chiarito Francesco Gilioli, capo gabinetto del ministero della Cultura, che ha pure precisato che «possiamo far valere il diritto di prelazione dell’acquisto, come è accaduto con la lettera di Leopardi. È una eventualità che riguarda le opere maggiori. Potrebbe essere il caso della Scienza Nuova». Un procedimento che riporterà a Napoli un’opera di grande prestigio, negli stessi luoghi del grande filosofo. 



 

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