Nessuna occupazione abusiva, come accade in altre province. Ma l’edilizia popolare è in crisi e le istituzioni annunciano la linea dura: a pesare fortemente sulla gestione dei 1540 alloggi Atc c’è l’alto livello di inquilini che non pagano affitto e utenze: circa il 30%. E per questi sono in arrivo, dopo i vari solleciti, numerosi sfratti esecutivi. Intanto Regione e Comune vanno in soccorso di chi, invece, non riesce a far fronte alle spese e può dimostrarlo. Per il Fondo sociale morosi incolpevoli 2024 (affitti 2023) hanno avuto accesso alla misura 263 nuclei, di cui 96 hanno ricevuto, per il pagamento della quota minima, un contributo da parte del Comune di 52 mila euro totali. Nel frattempo c’è anche un altro problema: per riuscire a scalare le graduatorie di assegnazione ci vogliono anni di attesa. Ad oggi sono 109 le famiglie che attendono del 2021 un alloggio, nuclei che sono sempre più spesso rappresentati da un unico componente, sintomo del fatto che con un unico stipendio è difficile riuscire a sopravvivere e pagare tutte le bollette.
La posizione dell’Atc
«Il problema dell’elevato tasso di morosità incide negativamente su due fronti – spiega il presidente Atc Piemonte nord, Marco Marchioni -. Il primo è che, a causa di questi mancati incassi, non riusciamo a garantire un livello di manutenzione puntuale, mentre il secondo è che chi ha diritto all’appartamento attende tempi biblici perché le case sono in carico a chi non ne avrebbe più diritto. Basti pensare che negli ultimi cinque anni abbiamo inviato fatture per 17 milioni di euro, ma quasi 5 milioni sono rimasti inevasi. In più, a peggiorare la situazione ci ha pensato il caro energia, nell’ultimo biennio i costi del riscaldamento sono lievitati e se noi, come Agenzia territoriale casa, non anticipassimo i fondi, l’azienda taglierebbe il gas lasciando tutti al freddo».
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Gli alloggi di edilizia popolare sono 859 in città e 681 nel resto della provincia. Il presidente Marchioni, in merito alle richieste di manutenzioni, precisa: «La situazione generale presenta qualche lacuna, derivante dallo stato di vetustà di una parte del nostro patrimonio immobiliare. L’obiettivo dell’ente è quello di offrire agli inquilini maggior comfort abitativo e costi minori, ma chi non paga rischia di compromettere le riqualificazioni». Intanto l’assessorato alle Politiche abitative sostiene chi non ha redditi sufficienti per pagare l’affitto (anche se calmierato). «L’obiettivo principale del nostro Servizio Sociale è il supporto agli assegnatari – afferma Isabella Scaramuzzi, riconfermata dall’ultima tornata elettorale nelle sue deleghe a Palazzo Oropa -. Questo si traduce in una presa in carico con un costante monitoraggio dei pagamenti. Noi supportiamo i nuclei nella presentazione della domanda di accesso, li aiutiamo nella quantificazione della somma dovuta e nei casi in cui vi sia una particolare fragilità del nucleo eroghiamo un contributo economico per il raggiungimento della quota minima». L’assessore Scaramuzzi conosce anche i numeri delle liste di attesa: «L’ultimo bando è stato pubblicato a dicembre 2021, abbiamo inserito 209 domande di cui 145 di cittadini di Biella e 64 di residenti in altri comuni del nostro ambito. Nella graduatoria definitiva emessa da Atc un anno fa erano presenti 162 nuclei. Ad oggi ne abbiamo ancora 109 in coda e, man mano che Atc ci assegna gli alloggi, si procede».
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