È accaduto a Palmadula, frazione di Sassari: tutti sapevano di quella casa finita all’asta e nessuno si era mai offerto di comprarla per non toglierla alle due anziane proprietarie. Ma alla fine lo ha fatto il parroco del paese: “Mai ci saremmo aspettati una simile pugnalata”, dicono i vecchi proprietari.
C’è una vecchia casa a Palmadula, frazione del comune di Sassari, che dopo essere finita all’asta è stata comprata dal parroco del paese, padre Alberto Azzeris Moretti. Nulla di strano se non fosse che l’acquisto del religioso ha scatenato non poche polemiche e ha portato i vecchi proprietari addirittura a scrivere una lettera a Papa Francesco. Questo perché tutti a Palmadula sapevano di quella casa e soprattutto cosa rappresentava per due anziane sorelle, Anna e Paola Zara. Per loro quella casa rappresentava infatti la loro infanzia, a quelle vecchie mura erano legati tutti i loro ricordi. Nelle stanze ci sono ancora i vecchi mobili della loro famiglia. Tutti lo sapevano e infatti a quell’asta tra i compaesani non si era mai presentato nessuno. Alla fine qualcuno però ha deciso di “soffiare” alle due anziane proprietarie quella struttura, appunto il parroco del paese. La vicenda è stata raccontata nei dettagli da La Nuova Sardegna.
La lettera dei familiari a Papa Francesco – Nella busta chiusa del sacerdote c’erano 55 mila euro, contro i 35 della famiglia Massetti-Zara. L’asta è partita proprio da quella cifra, e con un paio di rilanci il prete si è aggiudicato il bene per 80mila euro. I diretti concorrenti, che ora dicono che mai si sarebbero aspettati “una simile pugnalata” dal loro prete, si sono arresi a 71mila euro. E i vecchi proprietari, appunto, hanno anche deciso di rivolgersi a Papa Francesco: Luca Massetti, figlio di una delle due anziane sorelle, ha preso carta e penna e ha scritto: “Mi scusi se mi permetto di disturbarla, ma a volte la disperazione fa fare cose che altrimenti normalmente non si farebbero. Mi rivolgo a lei dopo aver letto una sua frase sul giornale l’Avvenire: ‘preti e suore siano liberi da idolatria di potere e denaro’”. L’uomo ha raccontato così al Pontefice l’intera vicenda.
Il parroco si difende – Intanto il parroco, da parte sua, dice di non sentirsi in colpa per quanto accaduto: il prete ha infatti spiegato di essersi presentato all’asta in qualità di privato cittadino e che come privato cittadino ha il diritto di investire i propri soldi come vuole. Da quel rudere – ha inoltre spiegato il sacerdote – ha intenzione di realizzare una residenza per anziani che in futuro donerà alla diocesi. È preoccupato della lettera a Papa Francesco? “Assolutamente no. Della vicenda è al corrente anche il vescovo Paolo Atzei che non ha avuto niente da eccepire sulla mia condotta”, ha risposto don Moretti.
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